Setsuko Thurlow, sopravvissuta e testimone instancabile di Hiroshima

Miracolosamente sopravvissuta al bombardamento americano di Hiroshima, tutt’oggi  continua ad essere la testimone vivente di quella tragedia immane. Trasferitasi in Canada l’impegno antinucleare iniziato dagli anni cinquanta, mai smesso, si é profuso verso tante iniziative destando l’interesse internazionale culminato con la ratifica del divieto di armi nucleari da parte dell’Onu e con l’attribuzione del premio Nobel per la pace all’Ican, l’associazione da lei co-fondata. 

articolo di ©Patrizia Cordone – Tutti i diritti d’autore riservati. Sono vietati il “copia-ed-incolla“, il plagio, la contraffazione dei contenuti e di tutti gli usi illeciti a danno della proprietà intellettuale. In ossequio alla normativa dei diritti d’autore e del copyright le infrazioni saranno perseguite con severità e senza indugio presso la competente autorità giudiziaria.

Non le é stato facile sopravvivere con il trauma del bombardamento americano sulla sua città, dove ha perso molti dei suoi affetti, né per motivi di studio trasferirsi negli Usa, il paese colpevole. Con notevoli difficoltà di inserimento iniziale in un paese, che a lungo censurò ed ostracizzò l’informazione degli effetti letali del suo operato militare, lei iniziò a considerare seriamente la necessità della trasmissione della memoria in termini fattivi nonché concreti. Innanzitutto si attivò a difesa dei diritti degli “hibakusha“, cioé dei sopravvissuti alle esplosioni oltre che ad Hiroshima anche a Nagasaki, suoi connazionali ed in seguito ad una campagna capillare di sensibilizzazione presso l’opinione pubblica mondiale a più livelli con le lezioni scolastiche, le conferenze internazionali e la partecipazione militante ad associazioni antinucleari. I risultati sono meritori di una vita spesa in modo altruistico, per il futuro delle generazioni. Nata a Hiroshima nel 1932, é la minore di sette figli di una famiglia agiata. Si iscrisse al liceo femminile nel 1944, l’anno successivo tre settimane prima del terribile evento era stata selezionata in qualità di assistente assieme  trenta ragazze ad un progetto studentesco nazionale del ministero giapponese della difesa finalizzato alla decodificazione delle comunicazioni militari americane. Il 6 agosto 1945 si trovava a scuola, quando improvvisamente vide un forte lampo di luce seguito da uno spostamento violento di aria, che la rimbalzò per terra e svenne. Soccorsa da un soldato si salvò poco prima dell’esplosione dell’edificio, a causa della quale persero la vita gli insegnanti e circa quattrocento suoi compagni di corso e più distante a casa otto dei suoi familiari. Il cielo era plumbeo come fosse scesa la notte, tutto bruciava, l’aria era avvolta dal fumo, dalla polvere, regnava un silenzio pesante, i pochi superstiti sussurravano appena la necessità di un sorso di acqua. Ripresa lentamente conoscenza, vagò assieme a due compagne, attraverso uno spazio desolante. Raggiunsero una collina, dove rimasero tutta la notte; si impose di non opporre nessuna reazione emotiva, un autocontrollo totale, non cedere al sopravvento delle emozioni, consapevole del rischio di non sopravvivere psicologicamente. Ma il fisico si ammalò, perse i capelli, soffrì a lungo di nausea,  sanguinamento alle gengive, sintomi comuni a molti sopravvissuti. Per fortuna i suoi genitori erano salvi, poté vivere con loro a differenza di molte altre persone private dei lori cari e di un riparo, costretti a vivere per strada. L’intorpidimento, che si era imposta subito dopo l’esplosione, si sciolse, quando la città fu colpita dal tifone Makurazaki a settembre dello stesso anno, le ci vorrà del tempo per comprendere la dinamica del suo trauma. Riprese gli studi, si iscrisse al corso di letteratura inglese presso la Hiroshima Jogakuin university, conseguì una borsa di studio negli Usa, dove frequentò le lezioni di sociologia al Lynchburg college in Virginia dal 1954. Era giunta appena da poche settimane, quando fu sganciata la bomba “Castle Bravo” sull’atollo di Bikini nelle Isole Marshall con gravi ricadute fino al Giappone. Apprese la notizia con dolore non disgiunta dallo sgomento, dalla disapprovazione contro la politica nucleare statunitense, che le causò non poche inimicizie, persino minacce ed aggressioni, pertanto fu costretta a vivere protetta a casa di una sua docente. Ovviamente era inorridita, avvertì il bisogno di fare. Di certo non poteva più tornare indietro nel suo paese, nemmeno ignorare gli effetti ed i rischi della corsa agli armamenti. Si iscrisse alla Nihon Hidankyo, la confederazione giapponese dei sopravvissuti dalle esplosioni delle bombe A e H, costituitasi nel 1956 a favore del riconoscimento dei diritti degli hibakusha, i sopravvissuti alle esplosioni. Sposatasi con uno storico canadese nel 1950, si é stabilita a Toronto, dove ha conseguito la laurea in sociologia. Nel 1957 assieme al marito si è trasferita in Giappone per un progetto ad Hokkaido, al cui completamento rientrò a Toronto nel 1962.

Nella città canadese ha svolto la professione di assistente sociale per i dipartimenti sia dell’istruzione che della sanità ed ha cominciato a riscuotere i primi interessi alla sua causa pacifista, tant’è che é stata nominata componente dell’Order of Canada per il suo eccezionale contributo contro le armi nucleari nel 2006. Ha temuto la cancellazione della memoria di quei tragici eventi, soprattutto il rischio del loro ripetersi, riflessione che le maturò la necessità dell’attivismo antinucleare con l’istituzione della fondazione “Hiroshima Nagasaki gelive” nel 1974. Con il coinvolgimento di esperti, di docenti e di artisti ha avviato una mobilitazione mirata sia all’informazione che alla sensibilizzazione delle conseguenze nucleari presso l’opinione pubblica, ovviamente senza mai dimenticare la storia recente. Ha svolto molte iniziative presso le scuole in qualità di componente di “Hibakusha stories“, le storie degli hibakusha, associazione con sede a New York; ibidem dell’equipaggio della “Peace boat”, una ONG giapponese che promuove il disarmo nucleare.

Nel 2007 assieme a Physicians for global survival ed altre organizzazioni pacifiste, in qualità di co-fondatrice ha favorito il lancio internazionale dell’Ican, l’International campaign to abolish nuclear weapons, la campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari e favorito il processo diplomatico per la messa al bando delle armi nucleari da non considerare affatto come strumenti legittimi di difesa.

La sua attività é stata instancabile anche di pressione presso le autorità governative di vari paesi, partecipando a numerosi appuntamenti internazionali  come la conferenza svoltasi a Nayarit,  Messico, presenti centoquarantasei delegazioni estere nel 2014; al trattato di non proliferazione nucleare dell’International Atomic Energy Agency, l’Aeia, Agenzia internazionale per l’energia atomica a Vienna  lo stesso anno; al team specialistico dell’Onu a Ginevra, dove il culmine della sua attività meritoria unitamente all’impegno di tante altre associazioni antimilitariste é stata la ratifica del trattato attinente il divieto delle armi nucleari avvenuta presso l’Onu a dicembre 2016, partecipando anche al voto finale l’anno seguente. Senza dubbio il 2017 é stato  ricco di soddisfazioni, giacché oltre alla ratifica del trattato da parte dell’Onu l’Ican, l’organizzazione da lei co-fondata, è stata insignita del premio Nobel  “per il suo lavoro di attirare l’attenzione sul catastrofico conseguenze umanitarie di qualsiasi uso di armi nucleari e per i suoi rivoluzionari sforzi per raggiungere un divieto di tali armi basato sul trattato”. Un riconoscimento importantissimo degli sforzi per il disarmo, a memoria delle catastrofi procurate dalla storia alle tante persone sopravvissute in condizioni pessime di salute ed alla scomparsa di chi non ha più voce.

premi e riconoscimenti:

  • componente dell’Ordine del Canada  – 2007:
  • Queen Elizabeth II Diamond Jubilee Award – 2012;
  • “ambasciatore della pace”, premio assegnato dalla città di Hiroshima – 2014;
  • “arms control person of the year” della Arms Control Association – 2015;
  • distinguished peace leadership award della nuclear age peace foundation – 2015;
  • “persona responsabile del controllo degli armamenti dell’anno” dell’Ican
  • componente del consiglio della “Nuclear age peace foundation – 2016;
  • premio musulmano Ahmadiyyan– 2017;
  • premio Nobel per la pace all’Ican – 2017;
  • dottorato honoris causa in giurisprudenza, università di Toronto – 2019.

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