Harriet Tubman, da schiava a donna libera

Conosciuta come “Mosè degli afroamericani” da sola liberò molti schiavi rischiando la pelle e sfuggendo alle catture. Attiva  contro lo schiavismo afro-americano, durante la guerra di secessione statunitense fu la prima donna afro-americana nelle file militari.  Successivamente perorò il suffragio femminile a fianco di note suffraggiste come Susan Brownell Anthony.  Molti monumenti e luoghi la ricordano, come l’Harriet Tubman National Historical Park, comprensivo delle dimore, dove lei visse.

articolo di ©Patrizia Cordone – Tutti i diritti d’autore riservati. Sono vietati il “copia-ed-incolla“, il plagio, la contraffazione dei contenuti e di tutti gli usi illeciti a danno della proprietà intellettuale. In ossequio alla normativa dei diritti d’autore e del copyright le infrazioni saranno perseguite con severità e senza indugio presso la competente autorità giudiziaria.

Non si conosce esattamente la sua data di nascita, se non con approssimazione tra il 1820 ed il 1822 nella Contea di Dorchester, Maryland.  Modesty, la bisnonna materna, dall’Africa fu trasferita come schiava negli Usa; Harriett Green, la madre, era stata una cuoca ed il padre, B. Ross, un falegname; Harriet Tubman aveva otto fratelli. Il carico della famiglia gravava tutto sulle spalle della madre, che lottò decisa affinché i suoi figli non fossero venduti come schiavi, anche se non sempre ci riuscì. Ma sicuramente l’esempio materno influenzò e forgiò il carattere di Harriet Tubman. In casa badava ai fratelli più piccoli, finché fu venduta ancora bambina ad una donna, perché si  occupasse del figlio più piccolo. Molte angherie e percosse subì, alle quali come poté si ribellò. In seguito lavorò presso una piantagione. Il suo primo atto di liberazione avvenne, quando si oppose a trattenere uno schiavo in fuga, il suo padrone tento di venderla senza riuscirci.  Nel 1844 si sposò. Nel 1849 il suo padrone Brodess morì, la vedova iniziò a vendere gli schiavi alle sue dipendenze, ma Harriet Tubmann, non dissuasa dal marito contrario, tentò la via della fuga. Per la sua cattura venne spiccata una taglia di cento dollari, invano, perché lei si rese imprendibile. Infatti perseverò il proposito di liberare il maggiore numero di schiavi, parenti ed amici, impegnando i dieci anni successivi nell’intento riuscito con numerosi viaggi. Il marito non condivise la sua impresa, nel 1851 sposò una donna di colore libera. Per  anni Harriet Tubmann percorse sempre gli stessi sentieri, senza perdere mai l’orientamento, neanche di notte, per portare gli altri schiavi in salvo ed al sicuro probabilmente presso una comunità quacchera nella Contea di Caroline, compiendo tredici spedizioni. Non fu mai catturata. Non era affatto una sprovveduta, consapevole dei rischi portava con sé sempre un revolver e per non essere riconosciuta ricorse a vari stratagemmi. Intanto negli Usa era stato approvato la “Fugitive Slave Law” a rinforzo del  preesistente “Fugitive Slave Act” del 1793, di fatto sancente delle sanzioni pecuniarie elevate a coloro i quali non riconsegnavano gli schiavi ai padroni, inevitabilmente la fuga fu resa più difficoltosa ed al contempo molti di essi optarono per il Canada, paese al di fuori della giurisdizione statunitense e che aveva abolito la schiavitù.

Lei perseverò l’impegno fino alla ultima spedizione del 1860, condusse le persone schiave liberate ad Auburn. Qui si trovava un terreno vendutole a prezzo contenuto nel 1859 dal senatore repubblicano W.  H. Seward. Infatti la sua fama era cresciuta tanto da conquistarle i favori nonché l’amicizia di molti abolizionisti, persino politici. Proprio a fianco degli abolizionisti si adoperò per la guerra di secessione, che vedeva come un riscatto importante. Agli accampamenti militari di Port Royal, sud Carolina, conobbe il generale D. Hunter, convinto abolizionista, che liberò tutti i lavoratori neri di Port Royal. Qui lei lavorò come infermiera, rifiutando qualsiasi stipendio, per evitare discriminazioni nei confronti dei militari neri non pagati. Successivamente le conoscenze da esploratrice acquisite con le liberazioni degli schiavi neri durante le sue missioni le tornarono utili. Infatti dopo il Proclama di Emancipazione diresse una piccola squadra di esploratori, affiancò sia il segretario alla guerra E. Stanton che il colonnello J. Montgomery  alla conquista di Jacksonville, Florida, nel 1863. Lo stesso anno guidò una spedizione di assalto nella Carolina del Sud, durante la quale avvenne la liberazione di settecentocinquanta schiavi. Ormai era acclamata come una grande patriota da tutti i giornali.

Nel 1865 dopo la vittoria dell’Unione, tornò ad Auburn. Qui visse con i suoi familiari ed il suo secondo marito, N. C. Davis, anche lui combattente dell’Unione, sposato nel 1869. Cinque anni dopo adottò Gerie,  nel 1888 rimase vedova. Non perse mai l’attenzione alla cause sociali, ritrovò grande entusiasmo con l’impegno a favore della campagna del suffragio femminile. Lavorò a fianco di Susan Brownell AnthonyLucretia Coffin MottMartha Coffin Wright e di Emily Howland, spostandosi a Boston, a New York ed a Washington. E’ quasi superfluo rilevare, che stanti i suoi trascorsi celebri da patriota divenne un riferimento rispettato da tutti i gruppi suffragisti. Crebbe ulteriormente sia la  fama che il milieu di frequentazioni presso i circoli progressisti con scrittori ed intellettuali. Tanti erano gli ammiratori sinceri, i quali, appreso della sua condizione economica di semi-povertà, vollero aiutarla, giacché nonostante il suo lavoro per l’Unione durante la guerra di secessione potè ricevere la pensione soltanto e non prima del 1899. Per alleviarla Sarah Hopkins Bradford decise di scrivere “Scenes in the Life of Harriet Tubman”, i cui proventi delle vendite furono destinati ad Harriet Tubman; nel 1886 seguì “Harriet, the Moses of her People” della stessa autrice con la medesima finalità altruistica.

Delle malattie sopraggiunte la costrinsero a diradare i suoi impegni fino alla scomparsa avvenuta nel 1913. Da patriota e grande combattente con tutti gli onori militari fu sepolta nel cimitero di Fort Hill. Oggi proprio vicino alla sua sepoltura si estende l’ “Harriet Tubman National Historical Park”, dichiarato nel 1974, mentre ufficialmente istituito nel 2017. Comprende la Harriet Tubman Home for the Aged, la Harriet Tubman Residence e la Thompson AME Zion Church, tutti ad  Auburn, stato di New York. La “Harriet Tubman Home for the Aged” fu la residenza per le persone afro-americane anziane ed indigenti da lei realizzata e dove scomparve nel 1913;  la Harriet Tubman Residence, la dimora, dove visse dal 1859 e Thompson AME Zion Church, la chiesa metodista da lei frequentataIn generale attraverso l’arte sia essa musicale che cinematografica molte sono le opere che la ricordano, non ultime le numerose sculture collocate in varie città statunitensi.

immagine dell’articolo: Harriet Tubman Memorial a Manhattan, New York City, realizzato dallo scultore A. Saar.

articolo di ©Patrizia Cordone – Tutti i diritti d’autore riservati. Sono vietati il “copia-ed-incolla“, il plagio, la contraffazione dei contenuti e di tutti gli usi illeciti a danno della proprietà intellettuale. In ossequio alla normativa dei diritti d’autore e del copyright le infrazioni saranno perseguite con severità e senza indugio presso la competente autorità giudiziaria.