Jeanne Deroin, pioniera, giornalista e politica

In Francoa fu tra le prime donne a rivendicare di preservare il cognome da nubile anche dopo il matrimonio.  

articolo di ©Patrizia Cordone – Tutti i diritti d’autore riservati. Sono vietati il “copia-ed-incolla“, il plagio, la contraffazione dei contenuti e di tutti gli usi illeciti a danno della proprietà intellettuale. In ossequio alla normativa dei diritti d’autore e del copyright le infrazioni saranno perseguite con severità e senza indugio presso la competente autorità giudiziaria.

Eccetto qualche pubblicazione tra il 1990 e il 2002, pochi sono gli studi recenti relativi a questa donna di grande importanza del femminismo francese del diciannovesimo secolo e per certi versi su scala mondiale forse anche pioniera della rivendicazione, da sposata, del cognome da nubile. Nata a Parigi il 31 dicembre 1805, date le modeste condizioni familiari, studiò da autodidatta e conseguì il diploma di maestra elementare. Intellettualmente vivace si avvicinò al movimento di Saint-Simon, ispirato alle teorie politico-filosofiche di Fourier, sostenitore delle rivendicazioni femminili, necessità da lei avvertita fortemente e scaturente l’avvio della sua collaborazione al giornale “Tribune des femmes”, con lo pseudonimo “Jeanne-Victoire” nonché la pubblicazione di un suo opuscolo contro la subordinazione della donna nel 1831. Non sarà che l’inizio della sua intensa attività giornalistica tra alterne fortune causate dalla censura politica. Infatti ad ogni chiusura imposta dalle autorità lei non si arrese fondando altre testate, come per esempio “La Politique des femmes” per la diffusione e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica verso due temi fondamentali: il primo attiene alla parità salariale e di accesso al lavoro per le donne, mentre il secondo all’unificazione di tutte le associazioni operaie in un’unica sigla mirata al rafforzamento della capacità contrattuale. Convinta assertrice dell’importanza della partecipazione delle donne alla politica, nel 1849 si autocandidò alle elezioni dell’Assemblea Costituente, da sola, osteggiata dai suoi compani del partito socialista ed autofinanziando la sua campagna di propaganda con degli appelli affisi ai muri della città di Parigi con la scritta “un’Assemblea costituente composta di soli uomini sarebbe altrettanto inadatta a emanare leggi che governino una società composta da uomini e donne, come lo sarebbe un’assemblea composta da privilegiati a discutere gli interessi degli operai, o un’assemblea di capitalisti a conservare alto l’onore del paese“, riscuotendo appena quindici voti.

Sarà soprattutto la sua attività sindacale a renderla invisa e “sovversiva” tanto da subìre una multa esosa e successivamente due arresti, l’ultimo per attività cospirativa essendo stata sospettata del colpo di Stato contro Napoleone I. Nel 1852 riparò a Londra in esilio, portando con sè i suoi figli e continuando l’impegno politico. A quest’ultimo periodo della sua vita risalgono le importanti pubblicazioni, cioè i tre “Almanach des femmes” ed il libro “Lettre aux ouvriers“, lettera agli operai. Scomparve a Londra il 2 aprile 1894.

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